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L'assoluta mancanza di strumenti di corredo e lo stato della documentazione posta senza alcun ordine e distinzione all'interno di 120 contenitori privi, perlopiù, di diciture significative, non permettevano di conoscere l'esatta natura delle carte, né l'individuazione dei diversi soggetti, oltre alla Pieve, che avevano contribuito a produrle. Ora, a seguito dell'attività di riordino e della redazione dell'inventario analitico che qui si presenta, è possibile datare l'archivio a partire dal 1526, con una consistenza di 500 unità archivistiche tra buste, mazzi e registri, a testimonianza della Pieve in quanto parrocchia e chiesa matrice del territorio, ai suoi rapporti col governo civile e all'amministrazione del patrimonio nonché in quanto sede di vicaria. Si presenta qui inoltre l'inventario dell'archivio dell'Uditorato, strettamente connesso al primo.