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Negli anni Ottanta a Palermo c'era una cittadella sotterranea della musica. Erano gli anni delle cantine e delle sigarette incastrate nella paletta della chitarra, gli anni in cui per vivere un qualsiasi evento bisognava esserci davvero e non si giocava di rimessa con le emozioni altrui postate su Facebook. Si suonava per il gusto onanistico di provare e riprovare, non tanto per prepararsi a un concerto. Molte delle band di quegli anni non si sono mai esibite davanti a un pubblico superiore alle cinque persone (i box erano piccoli sia per ragioni economiche, sia di acustica) e ancora oggi i sopravvissuti a quell'epopea fantasticano sull'Esibizione Mancata, inventandosi delle sliding doors che, chissà, magari avrebbero portato ad altri destini. Perché, come cantava la PFM, "...qui per sognare mi tocca dormire: o come sempre, suonare suonare". (Dalla prefazione di Gery Palazzotto)