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Cosa signifca acquistare una casa in un altro Paese e frequentarla per cercarvi uno spazio fisico e mentale che sia rifugio e speranza di controprassi rispetto agli errori della società del consumo, nel periodo in cui la sua aggressività diventa più evidente, gli anni '60? E cosa diventa dopo vent'anni questo pendolarismo tra due mondi, da un lato la Baviera, terra d'origine, dall'altro il Mugello, terra arcaica dove sopravvivono gli ultimi contadini, duri e sanguigni quanto la loro terra ricca di misteri? E cos'è la Privatwildnis ('Wilderness privata'), il risultato di questa trasformazione? Attorno a tutto questo ruota un libro appassionante, irto di spine, che senza mai rivelarlo esplicitamente esprime un profondo amore per la civiltà contadina che ha visto scomparire. Dalla casa nel bosco lo psicologo-scrittore osserva se stesso e la propria vita in rapporto alla trasformazione del paesaggio campestre in un bosco intricato, che l'uomo frequenta sempre meno, attratto a fondovalle dagli agi della società del consumo. La forte personalità dell'autore, col suo sguardo a tratti impietoso ma sempre innamorato, riassume mezzo secolo di vita sull'orlo della civiltà.