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Complesso e ricco di suggestioni, il tema del Sacro e del Profano è evocato e approfondito, in un percorso di ben quattro secoli, attraverso le opere di Bartolomeo Cavarozzi, Domenico Corvi, Giovanni Francesco Romanelli (artisti nativi di Viterbo), ma anche mediante i capolavori di Marco Benefial, Mattia Preti, Salvator Rosa e Sebastiano del Piombo. A questi si aggiungono il Crocifisso di scuola michelangiolesca e gli affreschi con le quattordici Virtù, recentemente scampate a un destino di dispersione, vengono illustrate e analizzate per la prima volta in questa sede. Questo il ricco patrimonio che conservato presso il Palazzo dei Priori, il Museo Civico, il Museo del Colle del Duomo, la chiesa del Gonfalone e il Museo dell'Abate di San Martino al Cimino - si offrirà ai lettori, offrendo loro, si auspica, il giusto stimolo per riscoprire il valore della città di Viterbo e beneficiare di una nuova consapevolezza circa la sua storia e la sua arte.