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A metà tra narrativa diaristica e opera documentaria, il libro si presenta sia come racconto familiare, sia come "macroracconto", assumendo così la doppia valenza di memoria individuale e di memoria condivisa. Ad arricchire il tutto vi è la presenza di numerosi scatti fotografici, silenti testimoni - in bianco e nero - di un mondo in cambiamento. Si va dalla Roma di inizio secolo, spensierata, sognatrice e liberty, alle polverose strade di Addis Abeba, dalle gare di canottaggio sul Tevere alle competizioni di sci (precedute dal canto del Cimberlik), dal sorgere di nuovi e avveniristici quartieri, come quello dell'Eur, alle tragedie belliche...
