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Roma, via della Magliana, 29 maggio 2016. Sara Di Pietrantonio era il suo nome ed è morta ammazzata dall'uomo che diceva di amarla, prima strangolata e poi data alle fiamme. E lasciata bruciare sull'asfalto, al buio e in solitudine, qualche ora prima dell'apparir dell'alba. Come un fagotto abbandonato. Aveva 22 anni. L'avvocato, come un inviato in zona di guerra, si ritrova spesso sul fronte del processo a misurarsi con storie di vita, d'amore e di morte. Ci sono vicende che, più delle altre, lasciano il segno, un marchio a fuoco capace di toccare le corde più profonde dell'animo umano. Questo libro racconta quella di Sara e Vincenzo, che potrebbe iniziare con "c'era una volta", come nelle favole. La loro però non è una favola, è un fattaccio da titoloni sui giornali di cronaca nera. È un legame finito male, nel peggiore dei modi. Come tanti, come troppi. Queste pagine non sono solo il racconto di un femminicidio, ma molto di più: sono la cronaca di una manipolazione affettiva, una violenza che spesso non lascia lividi visibili. Perché molti non sanno di essere manipolati o manipolatori, molti sottovalutano, pochi capiscono, pochissimi chiedono aiuto.