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Il volume, corredato da fonti iconografiche sinora inedite e curato da diversi esponenti dell'Associazione De Humanitate Sanctae Annae di Ferrara, ha come oggetto lo sviluppo del pensiero medico dal 1200 al Novecento, visto attraverso il filtro della medicina ebraica e dei suoi più autorevoli esponenti. Con un'ouverture di natura teo-antropologica, il percorso - che unisce il medico ebreo di Cento (Nathan ha Meati) ai grandi esponenti della medicina del Novecento ferrarese (Alberto Michelangelo Luzzatto, Fernando Rietti, Aldo Luisada, Guido Melli) - è un viaggio nel pensiero di uomini che hanno vissuto sino in fondo i principi deontologici della professione medica, sino alle tragedie della Shoah (la vicenda, sottratta per la prima volta all'oblio, della pediatra ferrarese Maria Zamorani. Nelle sue incessanti peregrinazioni (ne sono testimonianza le figure del Maestro Elia da Fermo, Jacob Zahalon, Amato Lusitano, Isacco Lampronti) l'ebraismo ha incontrato le corti padane, dove la tolleranza religiosa e culturale era virtù laica già dal Medioevo, prima di essere attivamente difesa dai duchi estensi.