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Marius Grout (1903-1946), altresì definito l'"avventuriero dell'assoluto", si aggiudica nel 1943 il Prix Goncourt con il suo romanzo "Il passaggio dell'uomo". Il libro riflette la formazione ideologica dell'autore, convertitosi alla soglia dei trent'anni alla "Società religiosa degli Amici" (quaccheri). Nello sviluppo del romanzo, il protagonista, pur riconoscendo il cristianesimo, non partecipa alla fede delle categorie cristiane tradizionali; per lui, la credenza religiosa appartiene alla sfera personale e ciascuno è libero nelle sue convinzioni. Il romanzo si caratterizza dal viaggio del protagonista verso le Isole, meta irreale e irraggiungibile di un percorso dell'anima, anelito all'Infinito.