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«Certo è che l'architettura italiana, senz'anima, dell'ultimo dopoguerra, quella del boom, si rivelò sostanzialmente sorda e strumentalmente disinteressata agli ideali allora espressi. Chi doveva portarli avanti non lo fece. Ma ne resta testimonianza ancor viva e vivificante nel patrimonio di opere, di progetti e scritti di quei «compagni di lotta e tra essi indubitabilmente Cesare Cattaneo della nostra grande battaglia per un'arte pura, un'arte estremamente legata allo spirito, ma che ha per obiettivo finale quello di portare al mondo, all'umanità della civiltà attuale la felicità, usando dei mezzi che così prodigiosamente ci sono messi a disposizione, e questi mezzi devono essere guidati, devono essere guidati e illuminati dagli elementi dello spirito».