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Le storie di tre personaggi alla continua ricerca di sé si intrecciano in un (meta) testo dall'ironia beckettiana. "La bicicletta di Rasputin" è un romanzo intelligente e surreale, denso di affilate trame e sotto trame che trascinano il lettore in un immaginario viaggio verticale, lungo sentieri letterari sgombri di punti di riferimento, per renderlo testimone di un invisibile e spiazzante gioco. Inghiottiti dentro una spirale di eventi, i protagonisti si rincorrono e si alternano in un'atmosfera che è simile a un vuoto di senso, fino ad arrivare a un finale decisamente inaspettato che si rivela in tutto il suo splendente sarcasmo come una parodia della banalità e dell'insensatezza. Un romanzo che non offre, quindi, mai risposte definitive, ma, con tagliente leggerezza, spinge a farsi domande. Una sorta di inno al caos universale che scioglie le geometrie della ragione.