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François è cresciuto con un padre importante e stimato: Franz Weyergraf, uno scrittore cattolico ritenuto da molti un'autorità morale e intellettuale. I rapporti tra i due si complicano quando François, avviato a una bella carriera di regista cinematografico - e in questo incoraggiato dal padre -, decide di scrivere a sua volta un romanzo, un'opera che si augura essere inattaccabile dal punto di vista letterario ma che riconosce anche ben lontana, nella sua licenziosa spregiudicatezza, dal rigido impianto morale paterno. Mescolando sapientemente le carte della finzione e del più scoperto dato autobiografico, François Weyergans ridefinisce in questa sua opera maggiore il modo di affrontare letterariamente il rapporto padre-figlio e dà vita a un'irresistibile girandola di personaggi: lo psicoanalista Zscharnack e grandi cineasti, gli scrittori del Café de Flore e un universo femminile variegato, desiderato, potente. Una parabola in cui l'esuberanza di una sessualità sfrenata e di una creatività prorompente si fonde con gli interrogativi, ora mesti ora battaglieri, di un'educazione cattolica rimessa in discussione. Una miscela esplosiva di comicità, conflitto e tenerezza.