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Quando Rilke, nei primissimi anni del Novecento, a Parigi, legge "I fiori del male", scopre una poesia che segnerà profondamente il suo linguaggio negli anni a seguire; e l'autore di quel libro fondamentale, Baudelaire, rimarrà un riferimento costante, una presenza inquieta e necessaria della lirica rilkiana. Si configura così tra i due poeti una relazione che ha al suo centro l'uso, la funzione e la concatenazione delle immagini poetiche. Questo studio, muovendosi tra biografia e analisi del testo, si interroga sulla diversa natura delle immagini dei due grandi autori, riscoprendo una categoria esegetica poco frequentata dalla critica poetica: quella dell'immagine figurale.