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"Mi chiamo Ruth. Ho trentasei anni. E sono malata. Cioè, penso di avere una malattia rara, e d'altronde non saprei come altrimenti definirla: sono una visionaria. Ogni persona che incontro e che abbia un qualcosa, anche d'insignificante, che attiri la mia attenzione, stimola la mia immaginazione e mi fa inventare delle storie. Anzi, più che inventare, le vivo, letteralmente. Secondo alcuni è una dote, ma per me è una condanna, un tarlo che, pian piano, si sta divorando la mia salute mentale..."