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Il filo rosso che lega intimamente storie e protagonisti di "Racconti circolari" è la rassegnazione. Tutte le azioni e i gesti dei personaggi che riempiono le pagine del libro prendono forma da quello che può essere definito come "principio di maggiore economicità esistenziale possibile" e ad esso aderiscono completamente. Il comune denominatore di questi individui esteriormente così diversi da sembrare inconciliabili, l'unica certezza che possiedono, è l'assoluta convinzione di non poter cambiare nulla o quasi della propria vita né tantomeno dell'ambiente che li circonda. A turno, l'ineffabile destino, i geni ereditati da avi sconosciuti, il caso dispettoso, decidono con noncuranza le loro sorti; lasciando ad essi, sullo spartito vitale da leggere e poi suonare mestamente, solo la consolatoria possibilità d'apportare timide variazioni. L'estrema consapevolezza di sé, la spietata lucidità d'analisi dell'ambiente circostante, diventano il preludio di un'inevitabile sconfitta, il riconoscimento sincero di una resa totale e ineludibile.