Tab Article
Spigola, luasso, spinola, ragno, varolo, lupu, buracciola: non è la cantilena del pescivendolo di un tempo, ma l'incipit di una lunga lista di termini che identificano lo stesso pesce. Nell'Italia unita e disunita, mercati, menù e ricettari offrono ancora una Babele di termini, ma nel lontano 1913 Guelfo Cavanna aveva già portato ordine nel caos. Il suo «Doni di Nettuno» è un libro cult per gli amanti del mare e della cucina marinara ed è tuttora uno dei testi più validi sull'argomento. Questa ristampa integrale è corredata da un'introduzione del professore Alberto Capatti, storico della cucina italiana, che identifica nell'opera "una svolta nella cucina del pesce non solo per il rapporto stretto con il suo esame scientifico e con la sua pesca, ma per la sua portata culturale..." La visione a tutto campo di Cavanna comprende: un elenco sistematico dei pesci, molluschi e crostacei delle acque italiane con il nome scientifico, il nome comune italiano, le tante varianti dialettali oltre alla traduzione nelle principali lingue europee (tedesco, francese, inglese); descrizioni di questa fauna (complete di disegni) suddivise nelle grandi famiglie scientifiche; dettagli sulla pesca e notizie sul commercio ittico italiano ed europeo; istruzioni per la pulitura, la cottura e anche una selezione di circa 100 ricette. Un'appendice articolata rende il volume facilmente consultabile da diversi punti di vista. È presente un indice alfabetico generale, un indice alfabetico gastronomico e culinario e un indice dei principali arnesi da pesca. Questa "vista dal mare" con tutta la sua brulicante diversità, sarà d'ispirazione a chi fugge dall'omologazione del triste bastoncino di pesce.