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Il volume è composto da due tipologie di riflessioni: una afferente il dibattito riguardante la dicotomia costituzione materiale/costituzione formale; l'altra, particolarmente attuale, sul testo della riforma costituzionale che sarà confermato o meno dal referendum che si celebrerà il prossimo autunno. Invero, la prima parte potrebbe apparire un esercizio di mera ginnastica intellettuale e culturale, se non fosse che è proprio l'approfondimento della tematica inerente l'esistenza o meno di una costituzione sostanziale a condurre, fatalmente, il mondo politico e istituzionale al ripetuto tentativo di modificare la Costituzione repubblicana del 1948. La ricerca si concentra su quanto la costituzione legale sia cambiata e siffatto mutamento sia stato forgiato dalla presenza dì una costituzione non scritta che si è andata a formare fra le pieghe dei rapporti e delle dinamiche relazionali fra Parlamento, Governo, Presidente del Consiglio, Presidente della Repubblica, magistratura e Corte Costituzionale; quanto l'osmosi tra le fonti del diritto interno e quelle comunitarie abbiano contribuito alla formazione di una costituzione materiale che reclami una forma appropriata; quanto l'interpretazione evolutiva giurisprudenziale costituzionalmente orientata, sino ai limiti della creatività, abbia dato vita a nuove norme costituzionali, finanche addirittura contrastanti con quelle attualmente in vigore; quanto la trasposizione dell'opzione politica in dettato legislativo tramite l'utilizzo delle regole della tecnica legislativa possa aver dato corpo alla costruzione di una costituzione vivente sebbene priva di affioramento esterno. La costituzione materiale così come concepita dal Mortati nel 1940 ha assunto nel trascorrere del tempo interpretazioni, orientamenti, valutazioni di tenore anche diametralmente opposti alla sua primigenia concezione. L'economia e la finanza nazionale e sovranazionale potrebbero concretare una vera costituzione, seppur non scritta, dotata parimenti di piena dignità giuridica e capace dì sollecitare gli ordinamenti a fornirsi di nuove vestigia costituzionali, a partire da diverse e più agili modalità di approvazione degli atti normativi. La disamina negli ultimi capitoli si incentra su quanto la riforma Renzi-Boschi abbia accolto queste istanze originate dalla costituzione materiale ed economico-finanziaria. Lo sforzo del lavoro è supportato da rilevazioni statistiche particolarmente aggiornate dì provenienza governativa e parlamentare, mentre le approfondite argomentazioni sono analizzate alla luce delle teoriche proposte dalle più autorevoli ed avvedute correnti di pensiero dottrinario costituzionalista e giuspubblicista. Lo scritto è interpolato anche da suggestioni scaturenti da altre discipline scientifiche.