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Questo volume approfondisce il fenomeno della disinformazione come arma di lotta politica, militare e/o economica adoperata da Stati e attori nonstatuali, dedicando particolare attenzione all'uso delle nuove tecnologie informatiche e dei nuovi media nelle azioni disinformative. Nell'era del cyber-power, infatti, aumenta la vulnerabilità di governi, aziende, gruppi sociali e individui nei confronti della disinformazione: un'arma adoperata da Stati e attori non-statuali, spesso in maniera occulta, per raggiungere i propri scopi influenzando e sfruttando uno o più settori della società. La disinformazione mira a creare nel bersaglio una percezione falsa o distorta della realtà allo scopo di indurlo a prendere determinate decisioni che favoriscano gli interessi del "disinformatore". Essa può anche essere finalizzata a indebolire le capacità cognitive e decisionali del bersaglio diffondendo notizie che generano in esso confusione e incertezza. Oggi la disinformazione non è più un'arma in esclusiva dotazione degli Stati e dei loro servizi d'intelligence: essa è ormai uno strumento alla portata di attori non-statuali sia leciti (partiti politici, aziende e società finanziarie, gruppi di interesse, organizzazioni non-governative) che illeciti (gruppi terroristici ed eversivi, organizzazioni criminali, "poteri occulti", sette religiose estremiste). Questo è il primo libro pubblicato nel nostro Paese che analizza la disinformazione come minaccia alla sicurezza e alla competitività del sistema-Italia. Esso nasce dal convegno "Disinformazione e manipolazione delle percezioni: una nuova minaccia al sistema-Paese"', promosso nel 2015 dalla Link Campus University e dall'Istituto Gino Germani di Scienze Sociali e Studi Strategici. Il volume contiene, inoltre, un contributo del Dipartimento Informazioni per la Sicurezza (DIS) della Presidenza del Consiglio.