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Lo spazio pubblico è sede della memoria e non di una sola. È sede di tutte le memorie che ognuno di noi vi associa o vi deposita. Secondo alcuni studiosi uno spazio pubblico diventa luogo solo quando la collettività che lo fruisce, trasferisce in esso una certa affettività, ovvero quando lo trasforma nella sede dei propri ricordi. Si possono distinguere due tipi di memoria: quella collettiva e quella individuale. Le memorie individuali e quelle collettive si combinano nello spazio pubblico, qualunque sia la sua dimensione. Attraverso alcuni esempi significativi di progetti contemporanei di spazio pubblico, l'autore tenta di costruire una tassonomia degli artifici mnemotecnici usati dagli architetti che affrontano le seguenti questioni mnemoniche: delle memorie riemerse; delle memorie ricostruite; delle memorie esperite; delle memorie rievocate; delle memorie artificiali; delle memorie tradite; delle memorie sedimentate. Sono luoghi dove il tempo si trasforma in spazio. Tutti insieme definiscono una topografia della memoria che si compone di frammenti e non si compie mai del tutto.