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Un breve ma approfondito studio della situazione della Chiesa Ortodossa Romena dopo l'insediamento del regime comunista in Romania (1945). In un periodo in cui le Chiese delle nazioni vicine si confrontavano con problemi di ordine funzionale ed esistenziale, l'ortodossia romena - nonostante le privazioni inflitte alla Chiesa e il martirio dei fedeli - ha registrato in certi settori una vitalità e un'attività feconda, difficile da rintracciare nei paesi vicini. La realtà triste delle Chiese in Bulgaria e in Albania, per esempio, conferma il reale fenomeno rappresentato dall'ortodossia romena. La fede del popolo è stata più forte di un regime totalitario che ha attuato meccanismi per sopprimere ogni forma di manifestazione della vita cristiana. Nel territorio romeno le chiese rimasero aperte, la Liturgia celebrata, i Sacramenti amministrati e gli stessi monasteri - pur con temporanee interruzioni - continuarono a testimoniare la presenza di Dio.