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Negli ultimi anni l'attenzione di molti studiosi è stata attratta dai beni comuni, un «altro modo di possedere» che si pone al di fuori del contesto, esclusivamente bipolare, rappresentato dalle attuali forme di proprietà: quella privata e quella dello Stato. I dieci saggi che compongono questo volume vogliono contribuire al dibattito generale su questa materia. Essi adottano un approccio di carattere prettamente storico, nel senso più ampio; il tema dei beni comuni, perciò, viene affrontato da prospettive più varie, i cui termini cronologici partono dal basso Medioevo e arrivano fino alla nostra contemporaneità. La molteplicità dei temi e l'ampiezza dell'arco temporale sono però temperati dal filo rosso che attraversa tutti i lavori e che attribuisce al loro insieme coerenza e compattezza: il territorio toscano. L'interesse per i beni comuni e per le comunità che li gestivano ha obbligato a riprendere la riflessione sulla proprietà, sulle sue forme e sulla sua correlazione con l'organizzazione statale. Una siffatta attenzione, che in ambito storico si è molto attenuata negli ultimi decenni, da qualche tempo è finalmente ritornata prepotente e urgente.