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Favelas, villas miserias, barrios, slums, bidonvilles, sono alcuni dei nomi con cui viene indicata nelle diverse parti del mondo la città degli esclusi, dei poveri, la città che trova una soluzione autonoma, autoprogettata e autocostruita, la città della precarietà delle abitazioni, della carenza infrastrutturale e del degrado ambientale. Favela è sinonimo fin dal 1900 di povertà e delinquenza, di degrado e traffico di droga. Nascere nella favela è "squalificante", significa vivere sulla propria pelle la povertà e la violenza ma anche il razzismo e la difficoltà di accesso alle differenti opportunità di sviluppo personale. Questo rivela che la città informale, lungi dall'essere un problema prettamente urbanistico, rappresenti una questione fondamentale per tutta la società ed una delle sfide più importanti della democrazia. Nel contesto italiano questo libro viene alla luce in un momento di rinnovato interesse verso il Sud del mondo e verso le dinamiche che interessano le sue megalopoli, per colmare, anche se in piccolissima parte, la lacuna di studi su queste tematiche.