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Le voci di sette poeti riportano alla luce realtà vive e tangibili che stimolano le diversità distintive di ognuno a riemergere dal profondo nascosto dove sono state costrette (ora più che mai) da coloro che non hanno imparato nulla dalla storia. Nasce così la pagina di un nuovo umanesimo fondato su quello antico. Sottolineano le pluralità della natura forgiate e temprate dalla sofferenza come categorie necessarie e irrinunciabili, descrivono la meraviglia esistenziale delle creature, cantano la cultura insita nelle "cose" di pianura, uomini, piante, erbe, fiori, nebbia, ghiaccio, cielo e terra congiunti nell'elemento primario: l'acqua. La grande pianura, culla del Grande Fiume e di tutto ciò che deriva da lui. Prefazione di Maria Enrica D'Agostini.