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Il 2 ottobre 2001, sul fondo di una chiusa tra i comuni di Motta Baluffi e Torricella del Pizzo lungo l'argine maestro del Po, viene rinvenuto il corpo senza vita di Arianna Zardi, una venticinquenne di Casalmaggiore. Testimonianze contrastanti e l'assenza di un movente inducono gli inquirenti a chiudere il caso come una caduta accidentale o suicidio. La famiglia non ci sta e, in particolare, la sorella Sara legata ad Arianna da un filo invisibile. Cinque anni dopo, la vicenda viene riesaminata e sugli slip della vittima si trova un DNA sconosciuto, non compatibile con quelli controllati tra i presunti indagati. È la firma del suo assassino? Il caso rimane aperto.