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Nel tentativo di ripercorrere il pensiero di Karl-Otto Apel nei punti salienti del suo sviluppo, il volume illustra le linee direttrici attraverso cui il filosofo approda alla sua teoria della comunità comunicativa. In apertura, una ricognizione della pragmatica trascendentale svela l'imprescindibilità del linguaggio inteso non solo come apriori del processo conoscitivo ma soprattutto come elemento umano, costitutivo dell'essere razionale già sempre membro della comunità degli argomentanti. Apriori linguistico e comunità della comunicazione rappresentano così i termini principali con cui l'autore risponde all'esigenza di un fondamento razionale per una morale nell'epoca della scienza: Apel viene a capo delle difficoltà teoriche della fondazione delineando un'etica del discorso che, disponendo di un principio universalizzabile massimamente formale e astratto, pone il problema della sua responsabile applicazione nella storia.