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"La poesia di George Bacovia continua anche adesso, a quasi sessant'anni dalla scomparsa dell'autore, ad offrire il messaggio poetico e profetico di una sincopata ma longeva parabola moderna, romena e insieme europea. Le note che seguono si propongono di presentare Bacovia a partire dal volume Piombo (1916) fino a Stanze borghesi (1946), ma anche il poeta della partitura unica, chiaroveggente, di grande impatto per la poesia romena degli ultimi decenni del secolo scorso. Bacovia è lo stenografo dell'intenzionalità vuota del reale: il poeta è sceso all'inferno, ma anche al grado zero del linguaggio in nome della vita, in nome di una poesia che fa da epitaffio e testamento al capezzale dell'avvenire. Individuando nei suoi versi delle affinità con la filosofia di vita e la visione artistica dell'opera di Eminescu, Lucian Blaga, Emil Cioran, ma anche con gli scritti di Georg Trakl, Heidegger o Gottfried Benn, l'accademico Mihai Cimpoi non esita ad avvalorare l'opera di Bacovia quale emblema del ventesimo secolo letterario romeno, conclusione asserita nel titolo stesso della monografia dedicata al poeta romeno." (Dall'introduzione di Geo Vasile)