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"Il discorso pagina dopo pagina si fa sempre piú chiaro, sempre piú oscuro. La poesia lascia segni "che uno riconosce e trova senza neppure cercare". Versi parlati con poche rime di riconoscimento. Il lavoro del poeta sta nel tramare l'incontro di parole. Non si sa mai quello che c'è in una parola. Rinchiudono lo stato d'animo di un periodo, la fine di qualche cosa. Rimangono come reperti e sintomi di una situazione. È come passeggiare in spiaggia o guardare le nuvole. L'esercizio sta nel saper collegare i singoli reperti che hanno finito il loro ciclo cercando un'altra destinazione. Togliere il superfluo e inserirli nella necessità di una storia." (Peter Kammerer)