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Provocando sillaba dopo sillaba una zona di indecidibilità tra verso e prosa, tra musica e discorso, Andrea Raos scrive "Lettere nere" contrastando partizioni e strutture invalse nella letteratura italiana e innestandovi sfidandole - sintassi aliene, e per tanto stranianti. Una materia esperienziale incandescente dove gli "schemi della follia" si incrociano con l'impulso a sfondare i determinismi sociali e letterari, così creando un campo di forze vivo in cui risuonano incessanti gli interrogativi che segnano tutta l'opera di Raos: come uscire, vivi, dal mondo, dalle sue impalcature sociali e i suoi riti ipocriti? Come far diventare movimento e azione visibile il moto individuale della sua frantumazione e ricomposizione?