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Purcell, Pergolesi, Mozart, Schubert, Bellini, Mendelssohn, Chopin, Bizet e Gershwin: nessuno è arrivato ai quarant'anni. Brevi vite che hanno patito enormi tormenti fisici ed emotivi; un destino che, come per dispetto, ha accompagnato la loro straordinaria sensibilità con la fragilità del corpo e il tormento dell'anima. Esistenze fugaci e intense quasi quanto quelle delle rockstar della fine del Ventesimo secolo, la cui scomparsa è, come per molti di questi grandi, ugualmente avvolta nel mistero. Elisa Giobbi, come sottolinea Arturo Stàlteri nella sua prefazione, ci racconta la vita e le opere di questi eccelsi compositori scomparsi troppo presto. Lo fa con lucidità, senza compiacimenti e, tuttavia, con affetto. Li ama e li fa vivere di nuovo quei personaggi che hanno attraversato l'esistenza respirando più musica che aria. Proprio la "loro" musica, alla fine, ha vinto: è ancora qui con noi e, quindi, lo sono anche i suoi artefici. Li sentiamo vicini, soffriamo, ci esaltiamo con loro e ci troviamo a condividerne debolezze e amore per la vita.