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Che cosa hanno in comune Giacosa, Verga, Sciascia e Camilleri? Nel 1884 Verga diede alle scene Cavalleria rusticana, dramma scarno e "arrischiatissimo", immune da formule consolatorie, che si rivelò determinante nel percorso della scrittura giacosiana. L'amicizia con lo scrittore siciliano offrì argomenti e impulsi alla ricerca del vero che maturava nella drammaturgia dell'autore canavesano. Ma mentre Verga fotografava un mondo siciliano lontano, sopravvissuto, Giacosa percorre in maniera personale la strada del realismo, mantenendo i temi a lui cari e costanti: l'amore, la famiglia, la società. Il tutto nel rifiuto di facili moralismi. Altrettanto determinante si rivelò l'esperienza verghiana quando Giacosa scrisse le Novelle dove l'adesione al vero rappresenta lo scopo principale dell'opera. Storia diversa quella che accosta il nome Giacosa a quello di Sciascia: le vicende del magistrato Guido Giacosa, padre del poeta, inviato in Sicilia nei primi anni post unitari, per indagare su strani ricorrenti delitti di cui non si coglieva o non si voleva cogliere il filo conduttore, fecero intuire a Sciascia una vicenda di "strategia della tensione" ante litteram.