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Milazzo, 1926. L'eco di un atroce delitto percorre la città. È appena arrivata la vinaccera "Lupo", la nave comandata dal giovane e affascinante capitano Sanguinetti, che approda ciclicamente nel porto siciliano per caricare i pregiati vini prodotti nella Piana milazzese. Il delitto, non si sa se d'onore, per vendetta o chissà per quale altro arcano motivo, sconvolge l'aria ferma e sonnolenta di quell'inizio di autunno. In un'atmosfera di provinciale, provvisoria convivenza, segnata dai venti del cambiamento ispirati dalla nuova era fascista, rimangono coinvolti personaggi eccellenti che si ritengono intoccabili. All'attracco della sua nave, il comandante li troverà allineati sulla banchina, come corvi forieri di un macabro preludio di morte. Chi per dovere, chi per lavoro, chi per curiosità, chi per amicizia, chi per sottolineare, con la sua vuota presenza, la ricerca di una visibilità ridicola. Toccherà all'arguto commissario Santonocito dipanare la matassa, ma per scoprire il colpevole sarà necessario un viaggio a ritroso lungo la rotta che ha portato la nave in Sicilia. Un finale inaspettato, una spiegazione amara, un'avvilente verità segnata da torbidi sentimenti che verranno lentamente a galla, facendo perpetuare in quel porto siciliano il ricordo della maledizione legata alla nave del vino.