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Norberto Bobbio viene al mondo proprio quando si verificano quegli stravolgimenti politici, economici e sociali che conducono al declino i grandi imperi; chiamato a confrontarsi con due guerre mondiali, vive il periodo storico del fascismo e poi, dopo il '45, si troverà lui stesso a dover prendere posizione sia sul piano politico che su quello etico. Come si evolve la filosofia, quale ruolo è assolto dal filosofo e quale dal politico, sono le domande che Bobbio si ripropone costantemente negli anni della Guerra Fredda e della contrapposizione tra i due blocchi, capitalista e comunista. Lo scrupolo analitico e critico del filosofo non può prescindere dalla ricostruzione puntuale del ruolo dell'intellettuale, chiamato a cercare la verità sulla via del dialogo e della tolleranza, capace di conciliare le istanze razionalistiche dell'illuminismo con l'impegno socialista per la rimozione delle disuguaglianze economiche e sociali. La presente riflessione intende proprio muovere i passi dalla constatazione di una peculiare impostazione del liberalismo di Bobbio, che non esclude la democrazia, anzi ne fa il terreno fertile di una progressiva affermazione degli indisponibili diritti umani.