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Prendendo a pretesto la figura storica della regina Teodolinda, regina consorte dei Longobardi e d'Italia dal 589 al 616, l'autore si proietta nel mondo lontano e vicino di Teo & Dolinda - un maggiordomo un po' carogna e una regina naturalizzata brianzola che lascia fare e sceglie la via più rassicurante e comoda - per raccontare il presente e scalfire con ironia i luoghi comuni che la vita di ogni giorno fa ingoiare a forza affrontando anche tutte quelle problematica di cui sono intrise la stampa, la televisione e il cinema. Una storia molto lombarda con i Longobardi a far da riferimento, ma Longobardi rovinati o sostenuti dal contagio con tutte le terre e le popolazioni italiche, fin anche nelle predilezioni gastronomiche. Il magico regno del bla bla bla, il dominio degli arraffa arraffa. Dolinda è una regina segaligna e apodittica, con un'audace corona pizzuta che sa tanto di sberleffo, resa icastica da un disegno nervoso e vaporoso. Un segno che resta aperto, inconcluso, non inchiodato al brutale dettaglio, suggerito e ammiccante. Personaggi soffici con un magico qualcosa di "non finito" che aiuta a coniugare la realtà con la fantasia, il verosimile col quasi vero. Età di lettura: da 10 anni.