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Nonno Peppino, per guadagnare qualcosa in più (siamo nell'immediato dopoguerra), s'imbarca su un piroscafo, il Panigaglia, che trasporta un carico di munizioni e che, giunto a destinazione, a Porto Santo Stefano, durante le operazioni di scarico esplode provocando la sua morte e quella di altri sessantadue tra membri dell'equipaggio e operai del porto. Dopo molti anni, sollecitato da una vecchia foto in bianco e nero del nonno, presente nella camera da letto dei genitori, e soprattutto dall'imbarazzato silenzio con cui veniva accolta ogni domanda su di lui, Pino Tesoriero decide di avviare una sua personale indagine per ricostruire la verità dei fatti, basandosi su ricerche negli archivi di Stato e della Marina Militare, nelle biblioteche, nella stampa dell'epoca, in centri di documentazione e in blog specializzati. Questa ricostruzione, pur documentata, si trasforma in un racconto ricco di suspense e di lampi di immaginazione, che finisce col darci uno spaccato di vita di un paese del Sud lungo tre generazioni, da cui emergono, tra l'altro, le difficili condizioni di vita e di lavoro dei marittimi torresi.