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Se la salute è con la virtù il bene più prezioso, allora lo sviluppo della medicina (che è una scienza da fare) è una condizione irrinunciabile per la costruzione del bene comune, che è riflesso della gloria divina. Frutto di un originale compromesso con l'empirismo, l'interesse di Leibniz per la macchina corporea e le sue convergenze tutt'altro che innocenti con l'anima, nonché per malattie talora indecifrabili, terapie insperate, anomalie e mostruosità, tecniche ambigue o promettenti, appare sospeso fra aspirazioni scientifiche e progettualità riformatrici. Corredato da un'appendice che presenta fra l'altro la prima traduzione del più importante documento medico leibniziano, il volume contribuisce a far luce su declinazioni della scienza barocca negligentemente svilite dalla storiografia come curiosità erudite o capricci ipocondriaci.