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Nel dicembre del 2012, secondo una antica profezia Maya, l'umanità non potrà scampare alla fine del mondo: l'apocalisse. Come già avvenuto per la fine del secolo passato, la notizia genera - nei più ingenui - sconcerto, paura, perplessità e incredulità. Ma nei più avveduti stimola l'interesse per ciò che significa - e ha significato nei secoli, se non nei millenni - l'apocalisse: un termine carico di fascino e di ambiguità. Ma anche ricco di suggestioni simboliche, di ansie concrete e di inconfessate speranze da parte di una umanità che, da sempre, ha sognato un rinnovamento radicale, un mondo nuovo più giusto, più felice, più fraterno, più umano. Ne discutono intellettuali di varia esperienza e formazione, ciascuno avanzando interpretazioni, dubbi, prospettive e convinzioni. Al lettore spetterà di aggiungervi le sue, in un dialogo ideale in cui ciascuno ha, sicuramente, qualcosa da dire.