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Da ragazzo, abitavo in una terra ondulata, ricca di prati che disegnavano l'orizzonte. I miei partivano al mattino con la zappa in spalla e ritornavano a tarda sera con i volti accaldati ma sereni. Alla domenica, noi ragazzi ci si raccoglieva nelle stalle o sotto i porticati attorno a qualche vecchio e lo si stuzzicava perché raccontasse come era il mondo al di là delle colline, oltre i filari di viti che correvano dietro i cascinali. E i vecchi raccontavano e raccontavano. Raccontavano del grano ormai maturo, del timore di una grandine improvvisa, dell'ultimo bimbetto regalato dalle stelle. Ho nella mente che un mattino, mentre camminavo con mio padre lungo un sentiero di bosco, avevo chiesto all'improvviso: "Ma perché non ci raccontano che cosa esiste, che cosa succede veramente oltre quelle colline?". Lui aveva raccolto un ramo da terra e per tutto il giorno non mi parlò; a tarda sera, era venuto ad accoccolarsi accanto al mio letto. "Capirai", aveva sussurrato baciandomi.