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Affrontare la tematica bellica, anche da studiosi e conoscitori dei fatti accaduti, non è mai semplice e le produzioni finali finiscono talvolta per essere documenti privi di emozioni e distanti da quella che è stata la realtà. È per questo motivo che documenti come il diario di prigionia di Giulio Costa devono essere letti. Le riflessioni e i racconti di chi ha visto con i propri occhi e provato sulla propria pelle il dramma della guerra sono impareggiabili. Per fortuna, l'ultimo conflitto che ha interessato il nostro Paese risale a circa 80 anni fa e le persone che ci possono trasmettere il vero valore della pace avendo vissuto la tragedia del conflitto fra i popoli sono oggi molto anziane. Le loro parole non costruiscono discorsi articolati e elaborati bensì frasi semplici, dirette e ricche di significati. Quanto contenuto in questo documento è un concentrato di emozioni, di cronaca bellica, di speranza e umanità. Deve insegnare a noi e alle generazioni future che i conflitti portano solo sofferenza e non sono la soluzione a un problema.