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"21 Giorni a New York" è una storia autobiografica che prende forma quasi per caso. L'autrice scrive di getto e senza un preciso scopo con l'unico desiderio di non lasciare andare col tempo l'esperienza più importante della sua vita. Nell'estate del 1992, giovane ventiduenne, sente l'irrefrenabile desiderio di raggiungere gli Stati Uniti. Lei stessa definisce il viaggio una missione, un sogno anelato da tempo che deve realizzarsi. Alla ricerca di sé stessa e di cosa fare della sua vita, la protagonista decide di partire alla volta di New York. Qui, una serie di esperienze l'aiutano a ritrovarsi e a conoscersi veramente, anche nel profondo; a capire che, a volte, occorre allontanarsi dal proprio mondo e dalle proprie cose per riscoprire la propria mission. "Solo mettendo in prospettiva le cose" si comprende ciò che davvero si è.