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Rapato a zero raccoglie le telefonate dal Messico di Carlo Coccioli, una cinquantina di elzeviri pubblicati in terza pagina dal quotidiano "La Nazione" di Firenze agli inizi degli anni '80. Scritti di getto e dettati per telefono il giovedì mattina, conservano la scalpitante, affettuosa vivacità originaria - "durante un anno ebbi l'impressione di stare toccando l'Italia la remotissima Italia! - con la mano." - e l'irriverenza caratteristica dello scrittore toscano, travagliato cittadino del mondo insofferente di ogni diktat.