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Durante i terribili mesi dell'occupazione tedesca di Firenze, dal settembre 1943 all'agosto 1944, madre Ermelinda Carducci, che con le sorelle della sua Congregazione operava nel carcere femminile di Santa Verdiana, si adoprò a rischio della propria vita per alleviare le sofferenze delle prigioniere politiche e delle ebree recluse in attesa della deportazione. Con lei, molte altre persone, animate dagli stessi intendimenti, agirono dentro e fuori la prigione per contrastare il male e non farci disperare del bene.