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Tre saggi su Antonin Artaud che confluiscono in una mobile e fluttuante unità. Vengono messi a fuoco, non solo i risvolti rimasti nell'ombra della vita e dell'opera del commediografo francese, ma il suo fulcro segreto, quasi una dimensione inconscia che ne rivela aspetti inesplorati. Dal Dialogo transferale della Corrispondenza con J. Rivière fino alla violenta irradiazione di Rodez e dopo Rodez che culmina nell'invenzione di un nuovo linguaggio, innestato al suo corpo-teatro (un combattente nato). Il secondo scomparto, col rapporto con Alfred Jarry, ripercorre, da un altro versante, l'emersione vibratoria di quel corpo-teatro che si fa espressione visionaria di una nuova mitologia in cui l'Ubu-Hitler diventa il demone fagocitante, il fantoccio che ha imbrattato il corso della storia come follia e menzogna dell'essere. Alla fine, nel fantasma femminile delle Filles de coeur à naître, si proietta il nucleo germinale della spinta poetica di Artaud, una poesia incarnata nel souffle intesa come genesi della creazione.