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L'asse attorno al quale ruota questa originale ricostruzione della storia del pensiero politico moderno - che privilegia un approccio per autori, temi e problemi attraverso un continuo confronto con i testi e i contesti - è costituito dalla coppia teorico-concettuale "ordine e mutazione". La produzione di un nuovo ordine, che a partire dal XVI secolo diventa necessario per neutralizzare l'umore popolare contro il dominio, mostra fin dal principio una natura problematica, che determina un'incessante riformulazione dei rapporti tra le trasformazioni sociali e gli apparati di Stato, tanto ideologici quanto materiali. Che il collasso delle categorie politiche (libertà, uguaglianza, potere costituente, sovranità, rappresentanza, costituzione, democrazia) nell'età globale riveli in controluce le alternative e le torsioni implicite già nella genesi del pensiero politico moderno, è l'ipotesi che questo volume mette costantemente a tema, per verificarne la tenuta. In questo senso, le pagine dedicate al pensiero non europeo (l'Islam) e agli sguardi dell'Europa sul mondo e del mondo sull'Europa (il colonialismo, la rivoluzione di Haiti) non sono meri compendi manualistici. Richiamano invece le fondamenta che sorreggono il pensiero politico moderno nello spazio globale in cui si è effettivamente svolta la sua storia.