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La tesi di questo viaggio fantastico è che siamo di fronte ad una catastrofe, una frattura epistemologica che in tutto il Nord del mondo sta progressivamente distruggendo un vecchio modo d'essere, di vivere, di intendere ed organizzare valori. E tutto ciò che sta accadendo ha creato nuove identità che appaiono terrificanti, prive di speranza (cioè di proiezione al futuro) e assenti di memoria (cioè di radici familiari, sociali, antropologiche). Il nuovo branco-educante, di per sé indifferente al bene come al male, privo di catarsi perché privo di dolore, privo di progettualità perché privo di autoconsapevolezza, è il futuro di un presente onnivoro e dominante, dove ogni particolarità si sperde in un'amorfa e piatta generalità costituita da tante piccole tribù, dove le nuove appartenenze (significate da microlinguaggi, segni corporei e gestuali, senso della micro-territorialità) sono del tutto autoreferenti, chiuse come monadi claustranti, prive di ogni respiro di futuro.