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È questo il titolo del libro che Benito Mazzi dedica al rito del maiale, ormai passato di moda nelle valli di montagna, ma un tempo avvenimento di straordinaria importanza. Il libro racconta le vicende che accompagnavano la breve esistenza del maiale, dalla sua nascita fino alla cruenta fine, che coincideva con una grande festa per tutta la famiglia. Il maiale allora era indispensabile alla vita del montanaro, costituiva il suo cibo per tutto l'anno. Il libro, introdotto da un intervento di Bruno Gambarotta, ricorda norcini di ieri e di oggi, aneddoti e avvenimenti spassosi legati al rito del maiale, ma racconta anche la vera storia del rinomato prosciutto della valle Vigezzo, affermatosi sui più prestigiosi mercati italiani e stranieri. Contrariamente a quanto sostenuto in più sedi, il prosciutto vigezzino, apprezzato per la leggera affumicatura al ginepro, non ha radici settecentesche, ma è molto più giovane, essendo nato negli anni Sessanta del secolo scorso ad opera di due personaggi innovatori e buongustai: Domingo Bonardi ed Ermanno Federico Scopinich. Chiude il volumetto una bella poesia sull'argomento del letterato ticinese Alessandro Martini.