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L'esplorazione della vita privata di un personaggio della cultura può riservare interessanti sorprese, oltre che contribuire validamente alla migliore comprensione della sua opera: sono i risultati che hanno conseguito gli autori di questo libro indagando con intelligente accuratezza sul rapporto, così nella vita quotidiana come nella creatività letteraria, che Gabriele d'Annunzio ebbe col mondo dei farmaci e della medicina: un rapporto esteso e continuo, dunque significativo. Attilio Mazza, in particolare, esplora molti aspetti di questo peculiare interesse dello scrittore, giovandosi di un'ampia conoscenza della biografia e dell'arte dannunziana e soffermandosi anche sull'"enigma" della morte del poeta: il suo è un contributo di coinvolgenti indagini e riflessioni che integra la cospicua serie di saggi già da lui dedicati alla figura di d'Annunzio. Antonio Bortolotti, a sua volta, cataloga accuratamente i medicinali e i prodotti affini rinvenuti nello scaffale della Zambracca posto alle spalle della scrivania del poeta: anche questo, un utile fascio di conoscenze sulle sue consuetudini di vita e, di riflesso, sul suo profilo di uomo e di scrittore.