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Emilio Villa (1914-2003) ha sempre considerato la critica una "rivelazione tarda, statistica, per lo più quindi inerte di fronte agli acuti eventi della poesia". Poeta e artista (verbovisivo) in prima persona, ma anche critico d'arte e di poesia nonché traduttore, Villa ha lavorato in vita a disinnescare qualsiasi progetto di storicizzazione della propria opera. Scriverne oggi è possibile a partire da porzioni marginali di un universo poetico il cui centro consiste in ciascuna manifestazione di un'incessante esperienza di scrittura.