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I temi portanti di questa Cassandra sono quelli del tempo e del rimpianto. Chi ha desiderato ed ottenuto il dono della profezia vive nella sospensione in un astratto, interminabile presente. Il rimpianto si proietta all'infinito e non v'è nessuna salvezza possibile, neppure nel futuro. Unico concepibile scampo all'inferno della trasparenza è il viaggio nella finzione romanzesca dove ci si perde per tornare sempre al punto di partenza. In questo monologo di Alessandro Pertosa la Cassandra mitologica rimane sullo sfondo, presupposta, mentre a svelarsi (e ri-velarsi) è il suo mondo interiore, l'intimo, straziante dolore sotteso al conoscere. La schiacciante violenza della verità.