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Conosciamo John Reed essenzialmente per il libro "I dieci giorni che sconvolsero il mondo" (1919) - l'appassionato reportage sulla Rivoluzione d'Ottobre che Lenin stesso raccomandò "agli operai di tutto il mondo". Meno nota è la precedente, intensa attività giornalistica e, negli ultimi anni di una vita brevissima, la sua militanza nel movimento comunista statunitense e internazionale. I reportage e i racconti riuniti in questo volume (alcuni inediti in Italia, altri pubblicati una quarantina d'anni fa ma ormai introvabili) danno la misura del violento scontro sociale che interessò gli Stati Uniti all'inizio del Novecento e sono stati scelti perché ne rappresentano la testimonianza più vibrante ed eloquente di quegli anni, contribuendo a delineare la figura di un uomo che divenne il modello per un'intera generazione di intellettuali statunitensi.