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Dichiaratamente autobiografico, il romanzo vive di piccoli racconti e vicende apparentemente ordinarie, dall'infanzia alla maturità dell'autore. Ma c'è di più: quella di Cortellucci è un'epica del quotidiano, in cui ogni evento, dal più divertente al più drammatico, viene pervaso da una spiritualità tutta personale, indagata e perfino teorizzata in una continua oscillazione tra ironia e sacralità. E in questa ricerca si insinua un'entità curiosa, indefinibile, a tratti dispettosa e vendicativa come un dio del mito eppure chiamata a convivere - o coincidere? - con la fede cristiana. Cos'è dunque questo "Grande Orecchio" eternamente vigile e giudicante? Il fato, il destino, una forza divina? O qualcosa che risale dagli abissi più profondi della nostra umanità?