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Proprio in quell'epoca la Dea tesseva le sue stesse origini. Creata dal profondo sé, si espanse, in un silenzio che fece tremare l'universo. In quel tempo, il dualismo che ritma l'esistenza che conosciamo, era un termine sconosciuto. Tutto era. Contemporaneamente. Ma questa energia doveva trasformarsi, perché avvertiva il bisogno di fruttificare. Così, quest'unica sostanza divenne come una pioggia continua e nacquero donne, uomini, animali, piante e con loro nacquero le differenze. In quel momento, la Dea indifferenziata divenne Madre, Dea Madre. Principio e simbolo del femminile. Fu così che il matriarcato si pose come origine delle società antiche. Siamo nel Neolitico, quando sbocciarono le numerose figure femminili, denominate 'Veneri', presenti in tutta Europa. Dal momento che il ciclo naturale dei raccolti agricoli comprende anche la morte del seme, affinché rinasca nella nuova stagione, la grande Dea fu pure colei che presiedeva ai rituali ciclici di morte-rinascita e alla Luna. A questa imponente figura femminile erano attribuiti particolari poteri sugli animali, sulla collocazione di rocce e caverne, di norma vicino ad acque, sui ritmi della natura e sulle nascite.